Per PCI (Percutaneous Coronary Intervention) si intendono normalmente le procedure di rivascolarizzazione coronarica mediante angioplastica con o senza impianto di stent, sebbene più generalmente possano essere comprese in tale dizione procedure più rare (ad esempio occlusione di fistole mediante embolizzazione con coil od occlusione con plug) impiegate per patologie diverse dalla malattia steno-ostruttiva aterosclerotica.
L’angioplastica coronarica percutanea (PTCA) si svolge con le seguenti fasi:
- Puntura percutanea di accesso periferico: la scelta fra arteria radiale dx o sn ed arteria femorale dx o sn (le arterie periferiche più utilizzate) è dipendente da molti fattori, tra i quali le condizioni cliniche, emodinamiche ed anatomiche del paziente, il tipo di procedura, la preferenza e l’esperienza dell’operatore; l’accesso brachiale è più raro e l’accesso ascellare è eccezionale ed entrambi sono utilizzati in assenza di alternative, per il maggiore rischio di complicazioni.
- Coronarografia con cateteri diagnostici preformati (Video 1)
- Cannulazione dell’ostio della coronaria da trattare con catetere guida
- Attraversamento della stenosi o con filo guida o ricanalizzazione meccanica di segmento occluso con tecniche e materiali specifici
- Dilatazione della stenosi con catetere a pallone (preparazione della lesione) (Video 2)
- Impianto di stent (Video 3) (può essere effettuato senza preliminare dilatazione, nel qual caso si parla di “direct stenting”)
- Controllo angiografico (Video 4) ed eventuale ottimizzazione dell’impianto con post-dilatazione dello stent
- Rimozione dei cateteri
- Emostasi manuale o con dispositivi
Le correnti indicazioni alla rivascolarizzazione cardiaca ed i principali parametri di scelta fra angioplastica coronarica ed intervento di by-pass aorto-coronarico, in accordo alle ultime Linee Guida della Società Europea di Cardiologia, sono riportate nelle tabelle 1 e 2. Il tasso di successo della PTCA è molto alto, aggirandosi intorno al 98%.
Complicazioni
Non si deve dimenticare che la tecnica non è scevra di possibili complicanze, che possono essere correlate:
- all’accesso vascolare: ematomi, pseudoaneurismi, fistole artero-venose, infezioni, occlusione acuta o cronica (circa 1% dei casi)
- al transito dei cateteri nell’albero vascolare: complicanze neurologiche, dissezione aortica o di vasi periferici
- alla manipolazione delle coronarie: dissezione, occlusione coronarica, infarto miocardico, aritmie
- all’iniezione di mezzo di contrasto: reazioni allergiche(quelle gravi sono rare, verificandosi nello 0.15-0.7%), nefropatia da contrasto (Contrast Induced Nefropathy, CIN)
- alla presenza dello stent: ristenosi, trombosi acuta subacuta o tardiva.
Complessivamente il tasso di complicanze nella PTCA è compreso fra l’1 ed il 4%, ed è influenzato sia dalle condizioni cliniche del paziente (età, gravità della patologia coronarica e cardiaca, comorbilità) sia dalle caratteristiche anatomiche delle lesioni coronariche (numero, sede e tipo di stenosi). Il rischio di complicazioni gravi o decesso è attualmente dello 0.2-1.5%.